ProMontevecchia

La Via Crucis di Montevecchia

L’intera Via Crucis di Montevecchia si snoda intorno al santuario mariano intitolato alla Beata Vergine del Carmelo che si trova sulla cima della collina, Frazione Piazza.

Per accedervi si deve salire la scalinata e prendere il sentiero pianeggiante poco sotto la chiesa.

Circondata da alti cipressi, visibili anche da lontano, la Via Crucis, di epoca settecentesca, è un’opera di pregevole valore architettonico, costruita in arenaria e composta da quattordici stazioni e due elemonisiere posti all’inizio e alla fine del percorso.

Le 14 stazioni della Via Crucis di Montevecchia

  • Gesù è condannato a morte
  • Gesù è caricato della croce
  • Gesù cade per la prima volta
  • Gesù incontra sua madre
  • Gesù è aiutato a portare la croce da Simone di Cirene
  • Santa Veronica asciuga il volto di Gesù
  • Gesù cade per la seconda volta
  • Gesù consola le donne di Gerusalemme
  • Gesù cade per la terza volta
  • Gesù è spogliato delle vesti
  • Gesù è inchiodato sulla croce
  • Gesù è deposto dalla croce
  • Il corpo di Gesù è deposto nel sepolcro

Le due elemosiniere

  • Grazie al fotografo montevecchino Kikki, che ha immortalato la Via Crucis di Montevecchia nelle sue splendide foto!

Il restauro della Via Crucis di Montevecchia 2000-2005

via crucis montevecchia 5

La posizione esposta alle intemperie, ai cambiamenti climatici e il grado dell’inquinamento atmosferico, hanno danneggiato l’arenaria utilizzata per la realizzazione delle opere. Il massiccio intervento di restauro è iniziato nel 2000 e si è protratto fino al 2005. Le opere, formate da due tipologie di stazioni, si trovavano in uno stato avanzato di degrado e gli interventi sono stati suddivisi per priorità. Le analisi sono state condotte da alcuni chimici e precisamente da Mauro Mattini di Firenze, Umberto Casellato di Padova e dal professor Luigi Soroldoni che hanno proposto un intervento di tipo conservativo su entrambe le tipologie di arenaria. Inizialmente si è intervenuti sulle prime tre stazione e l’elemosiniere.Nel 2002 si è provveduto al restauro delle altre quattro stazioni. Nel 2004 si sono completate altre quattro cappelle e nei primi mesi del 2005 sono state restaurate le ultime tre stazioni e la stele finale.

Le operazioni di restauro si sono rivelate piuttosto lunghe sia per la collocazione della Via Crucis che per le condizioni meteorologiche che ne hanno fortemente condizionato le operazioni di consolidamento.

Si è iniziato con i rilievi fotografici delle stazioni, gli esami sullo stato di conservazione, i test di assorbimento, le analisi chimico-fisiche e alcuni scavi sul perimetro delle fondazioni 50×50 cm, colmandoli di sassi e ghiaia per favorire il drenaggio dell’acqua piovana.

Sono state necessarie sia la disinfestazione che la pulitura da muschi e licheni che avevano creato una patina verdastra e impedivano la penetrazione del consolidante. Per completare la pulitura si sono operati più lavaggi con acqua distillata.

Per il preconsolidamento si è applicato a pennello del silicato di etile, operando dall’alto al basso per non alterare il colore naturale della pietra. Un telo di plastica ha poi avvolto la costruzione per conservare la stagionatura (rimosso dopo il tempo necessario).

La stabilizzazione dei frammenti recuperati ai piedi delle edicole, è state effettuata con perni sottili in vetroresina.

Per il consolidamento finale è stato applicato nuovamente del silicato di etile e sono stati messi dei teli chiusi ermeticamente per tre settimane. Si è quindi proceduto a riempire le crepe e i buchi con malte di calce mentre per le piccole fenditure si è utilizzata polvere di arenaria, con particolare attenzione alla cromaticità.

Infine si è nuovamente utilizzato un’applicazione a pennello di un idrorepellente per un azione preventiva da alghe, licheni e muschi.

Ma per mantenere in buono stato l’intera Via Crucis occorre attuare continuamente piccoli interventi di manutenzione ordinaria da effettuarsi ad ogni cambio di stagione per tenere lontana la vegetazione, che vista l’esposizione a sole, vento e pioggia, tende a riprodursi.

Durante uno di questi restauri sotto la prima edicola vennero ritrovate numerose monete romane e di altre successive dominazioni che invasero il territorio della Brianza.

Le spese per il restauro sono state sostenute dalla Parrocchia di Montevecchia con il contributo di vari enti e sponsorizzazioni, fra cui la Fondazione Provincia di Lecco, il Comune di Montevecchia e la famiglia Novati.

  • Si ringrazia per il materiale editoriale Domenico Piazza e Silvana Ferrario (Dentro @ Fuori)

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